IL BIKER IN PALESTRA: forza resistente, forza massima o forza esplosiva??
In
qualsiasi sport al giorno d’oggi essere più rapidi, più forti e
resistenti è fondamentale per aver maggiori possibilità di vincere.
Nel
ciclismo solo da un decennio si è iniziato a considerare
l’allenamento in palestra come parte integrante della preparazione
dell’atleta.
S&H
PROGRAM TRAINING ritiene la palestra un’attività che nella maggior
parte dei casi possa migliorare e completare il biker.
Chi
ci segue da un po' sa che l’allenamento con i pesi può
assolutamente convivere con l’attività di endurance.
Esprimiamo
nuovamente questo concetto ripetuto più volte nei nostri articoli:
non esistono studi scientifici che dimostrino il peggioramento di
una performance di un ciclista a causa del lavoro fatto
in palestra.
Ci
viene veramente difficile pensare ad una preparazione atletica senza
lavoro in palestra, e non capiamo quei pochi preparatori che non
inseriscono tale attività nei propri programmi.
Quale qualità atletica deve allenare un biker??
Lavori di pliometria, scatti, lanci, agility ladder e tutto quello che vi viene in mente. Ci si può davvero sbizzarrire con due miliardi di esercizi, o drills come le chiamano in America, che hanno tutte un unico obiettivo: far lavorare il SNC rendendolo più reattivo ed efficace.
Tutta roba proponibile già a bambini di 8/10 anni che col tempo e la pratica andranno a sviluppare un’efficienza motoria adeguata al proprio sport.
Con la crescita dell’atleta verranno poi, si spera, associati a questo tipo di lavoro dei lavori di forza massimale e qui invece secondo me c’è poco da sbizzarrirsi. Nel senso che per aumentare la forza massimale il corpo libero, gli elastici, il trx e le palle mediche non sono più sufficienti e bisogna avvicinarsi al mondo del bilanciere e dei sovraccarichi.
Nulla di trascendentale e assolutamente alla portata di tutti ma bisogna dedicarci il giusto tempo ed acquisire praticità nel muoversi con il bilanciere. Ed è questo l’anello debole della catena del processo di trasformazione da forza massimale a forza esplosiva che purtroppo riduce drasticamente l’efficacia delle preparazioni. Poca padronanza del bilanciere che si traduce in lavoro poco qualitativo (a volte pure pericoloso) che inevitabilmente limita i successivi guadagni in fase poi di trasformazione.
Perché per trasformare la forza massimale è necessario prima costruirla e per farlo non basta mettere un ragazzo sotto un bilanciere e dirgli di andare su e giù pregando non si faccia del male.
Questo
vuol dire che i lavori di trasformazione da forza massimale a forza
esplosiva sono inutili?
Assolutamente
no. Diventano inutili però nel momento in cui la fase di forza
massimale viene trascurata, snobbata o semplicemente impostata
malamente. Risultano utilissimi invece per massimizzare l’efficienza
neurale una volta costruita una solida base di forza che in ogni caso
andrà continuamente ciclizzata e mai abbandonata.
Sono
personalmente convinto che il focus vada quindi spostato dai mille
lavori di trasformazione alla parte di potenziamento. Per costruire
alzate solide che permettano davvero di modulare l’intensità dei
micro e dei macrocicli ottenendo finalmente il controllo dello stato
di forma dell’atleta. Altrimenti resterà sempre una continua
corsa all’esercizio più assurdo e innovativo,
al macchinario all’avanguardia ed in generale al complicarsi la
vita quando magari tutto ciò che il mio atleta ha bisogno è
semplicemente imparare a muovere un sovraccarico con
uno schema motorio solido che
gli permetta la massima efficienza neurale e di conseguenza il
massimo reclutamento muscolare.
Banale?
A quanto pare no. Basta guardare come
tanta gente, anche di alto livello, si muove malissimo sotto al
bilanciere.
Vorremmo concludere il discorso
affermando che i rinomati esercizi di allenamento funzionale sono
assolutamente fondamentali per ogni atleta, ma non sono sufficienti
per completare al 100% il ciclista stesso.
Nel periodo di transizione tra le due
stagioni agonistiche il consiglio è quello di iniziare facendo
esercizi di riequilibrio posturale che prevedono un massiccio lavoro
sul core e sulla parte superiore del corpo.
Terminato questo periodo di
adattamento all’allenamento in palestra, ogni atleta dovrà poi
andare a lavorare sulla qualità atletica che vuole migliorare.
Ricordiamo
che un 3x20,un 3x10 o un 3x5 in una scheda di palestra non sono la
stessa cosa: fondamentale lavorare sulle ripetizioni giuste per
allenarsi
correttamente.
“La
semplicità è la vera sofisticazione”
diceva Leonardo Da Vinci.
Questo
vale anche nell’allenamento e negli ultimi tempi sembra che alcuni
preparatori atletici se ne siano dimenticati.
Giovanni
Gilberti
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